STILI DI INSEGNAMENTO E AUTOSTIMA
- Elisa Leveraro

- 13 ott 2020
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 22 mar 2023

Quando ci troviamo a interagire con gli allievi, spesso si tende a considerare il gruppo come un tutt’uno e a utilizzare il metodo di insegnamento che ci viene più naturale. Il mestiere dell’insegnante non è semplice, in quanto non si ha a che fare con copie del proprio ideale di allievo, ma spesso si hanno allievi con difficoltà di vario tipo e con diverse individualità, ma soprattutto, cosa molto importante, diversi modi con cui si approcciano al materiale di studio e di conseguenza diverse strategie di apprendimento.
Ricordo che è compito dell’insegnante adattarsi all’allievo e non il contrario.
E’ necessario dunque avere uno approccio incentrato sull’allievo.
Mosston nel 1992 sottolinea l’importanza della flessibilità del maestro, di cambiare il proprio stile a seconda degli allievi o dell’obiettivo da raggiungere e identifica dieci stili di insegnamento che raccoglie in quello che chiama: “Spectrum of Teaching Style”.

Mainwaring e col. del 2010 ripresero questo pensiero e cercarono di applicarlo all’insegnamento della danza sottolineando aspetti importanti di varia natura.
Gli stili di Mosston si dividono in due categorie, di riproduzione e di scoperta, e vanno dallo stile più direttivo al meno direttivo. L’idea di base è che nessuno stile sia migliore degli altri in modo assoluto, ma che a seconda della situazione sia necessario cambiare stile di insegnamento. Poiché inoltre gli allievi sono diversi, sarebbe anche utile utilizzare stili differenti per spiegare la stessa cosa (magari non all’interno della stessa spiegazione, poichè potrebbe essere confondente.)
Normalmente nella danza si usa lo stile della pratica: gli allievi provano ed esercitano un compito mentre l’insegnante fornisce un feedback.

Osservazioni sull'apprendimento:
L’apprendimento consiste in un processo interno che dovrebbe cambiare il comportamento.
L’uomo tende a svolgere una determinata azione al fine di raggiungere un obiettivo (vedi articolo sui neuroni specchio).
Il comportamento è auto-gestito e che l’apprendimento e il comportamento possono essere influenzati da un rinforzo.
L’autostima e il senso di efficacia sono fattori individuali che influiscono molto sull'apprendimento. L'insegnante quindi le deve promuovere al fine di rendere il clima della classe sereno e permettere l’allievo di gioire nell’imparare sempre cose nuove.

Secondo Mainwaring e col. (2010) l’insegnante di danza, oltre ad essere nel flessibile nel proprio stile di insegnamento può utilizzare 3 strategie per promuovere l'autostima e il senso di efficacia: 1. Chiarire gli obiettivi della classe e i processi con cui si raggiungono. Ad esempio, io quando voglio spiegare un movimento complesso, parto dalla scomposizione propedeutica del passo, spiegando quindi una versione semplificata di esso, e chiarisco sempre il percorso e le varie fasi di apprendimento, al fine di raggiungere come obiettivo finale il passo intero, specificando anche un periodo limite entro cui intendo far raggiungere alla classe quel particolare obiettivo.

2. Discutere i vari modi con cui si può influenzare il progresso di un ballerino, specificando ad esempio che per raggiungere un determinato obiettivo si può lavorare più livelli e che a seconda della difficoltà specifica del ballerino, si lavorerà maggiormente su un livello o su un altro. 3.Chiarificare la struttura della lezione, in quando essa deve essere codificata in modo che l’allievo si crei delle aspettative che lo tranquillizzino su ciò che dovrà fare. Una lezione invece sempre diversa può creare confusione e smarrimento.

E’ importante utilizzare uno Student Directed Approach, in cui gli obiettivi vengono personalizzati sull’allievo, in modo da valorizzare le differenze individuali e apprezzare le diverse qualità di ognuno al fine di limitare quel confronto auto-critico che invece genera un approccio che guardi solo sulla tecnica. Bisogna far si che l’allievo si focalizzi sul compito invece che sulla comparazione, che genera competizione e distrae l’allievo. E’ inoltre più utile spiegare nuovamente lo stesso passo, la stessa sequenza o gli stessi principi base, in più lezioni, utilizzando metodologie di spiegazione diverse, rispetto a correggere la singola persona, ad esempio spostando semplicemente il bacino, senza far comprendere all’allievo il motivo per cui il bacino non era allineato. Quindi ad esempio un giorno spiegherò la sequenza utilizzando una etodologia più analitica; il giorno seguente ripasserò la stessa sequenza focalizzandomi sulle sensazioni cinestetiche oppure sull’immagine che il mio corpo dovrebbe elicitare nel pubblico. In questo modo permetto all’allievo di guardare il proprio corpo come intero; che possiede qualità come dinamicità, fluidità, energia, linee, musicalità; è in grado di disegnare delle immagini o di trasmettere delle sensazioni. Inoltre, lo spiegare con metodologia diverse, permette di raggiungere tutti gli allievi, a seconda del proprio stile di apprendimento, poiché è impossibile sapere a priori, quale aspetto attiri maggiormente la loro attenzione. Esistono quindi tantissimi metodi che io possono utilizzare per far si che l’allievo raggiunga il suo obiettivo e che alla fine del suo percorso, gli permetta di non essere un semplice corpo che esegue dei movimenti codificati in modo freddo e stereotipato, ma che sia capace di vivere la danza, nelle sue varie forme.
Tenendo poi conto, che la maggioranza degli allievi che fanno danza, non diventeranno dei grandissimi ballerini, o comunque non faranno di questo il proprio lavoro, è ancora più necessario che la danza diventi per loro un motivo di crescita personale e artistica, oltre che divertimento.
Certo mantenere questa flessibilità durante le lezioni è molto complesso per l’insegnante, ma è altrettanto frustrante continuare a ripetere le stesse correzioni ad allievi che non ne comprendono il significato e che quindi non riescono ad applicare nella propria danza.
Dott.ssa Elisa Leveraro - Psicologa, Insegnante di Danza e Yoga e Istruttrice Mindfulness
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